Il Regno del Tango
Non son neanche del paese
Ho una valigia di carton
Sono vestito sì in borghese
Ma dentro c'è il bandoneón.
Potrei sembrare un ragioniere
Anche un geometra potrei
Ma un tango sento io gridare
In fondo ai sentimenti miei.
Fermo davanti ad un cinema
Del novecento d'élite
Dove ogni tanto fan musica
Sei giorni no e un giorno sì.
Dan poco o niente di stipendio
Per un tanguero encantador
È questo dunque il bel compendio
Di un'esistenza di languor.
Ma non importa però vivo
Un bel silenzio nel rumor
E osservo con lo sguardo bravo
Il paesaggio dell’amor.
Ci sono anime segrete
fregate da un’ispirazion.
Sono persone che hanno sete
Di dadaismo, di astrazion.
Ah, di un erotismo sconfinato
Che sembra quasi una illusion
Come un mistero mormorato
Sui tasti del bandoneón.
E sull’ingresso del cinema
La proprietaria mi fa:
“Eh, sono io la musica,
Va via pezzente, va, va.”
Con una furia dinamica
Come se fosse un capron
Scalciando brutta bisbetica
Coi piedi sul bandoneón.
Bandoneón vecchio leon
Mordila,
Bandoneón vecchio leon
Mordila.