Io sono qui
Io, che salgo a piedi lungo questo pendio,
che non ricordo l'indirizzo di Dio
ed ho riempito di parole il silenzio
per cogliere il senso di un abbandono.
Io, che ho preso treni per sentirne il rullio
per ragionare su un futuro che spio.
Anche se il viaggio mi ha prestato altre mani,
sei tu che rimani.
E mi pesa quest'assenza, questa falsa indifferenza
smonta i miei alibi, fragili, forti all'apparenza.
Certe volte la distanza può anche essere violenta.
Va oltre i miei limiti fisici e non mi da speranza.
Io sono qui... con te.
Io sono qui... per te.
E resto qui... se vuoi.
Perché tu qui... ci sei.
Io tra i mulinelli di un inutile "Addio",
come una chiesa sconsacrata che ormai
non ha risposte ma bestemmie tra i denti
e notti perdenti, ti voglio quindi
io scendo dal treno che fa un viaggio non mio,
e il cigolare dei rumori è un fruscio.
Quella stazione puoi chiamarla "Perdono"
per quel che può un uomo.
Stringo piano le tue mani, come fossero gabbiani
capaci di andare via da un'idea senza più prigioni.
Se ti curvi sul mio corpo tesa nel respiro grosso,
se credi negli attimi, tu sei già dentro il mio percorso.
Io sono qui... con te.
Io sono qui... per te.
E resto qui... se vuoi.
Perché tu qui... ci sei.
Io sono qui.
E resto qui... ormai.
Corre il giorno come un telegramma, vedi?
Le ore perse sono una condanna, credi?
E ogni tua protesta fermerò con la mia bocca.
Il passato non è niente,
solo un furto al mio presente.
E quindi rilassati, stringimi,
libera la mente.
Io sono qui... con te.
Io sono qui... per te.
E resto qui... se vuoi.
Perché tu qui... ci sei.
Io sono qui.
Io sono qui.
E resto qui.
Perché tu qui... ci sei.
Io sono qui.