Amarsi piano
Potremmo andarcene al mare,
dormire in macchina se ti va.
Disegnare sui finestrini.
Mangiare dove ci capita.
Te lo ricordi com’era
la vita dentro le Polaroid?
Quando le città erano prati.
Quando era abbastanza sentirci noi
e chiedersi “Come stai?”,
rispondere “Tu lo sai”.
Restare abbracciati un po’ vestiti fino a sera.
Ma guardaci, siamo qui.
Lo so che fa paura.
Amarsi ancora o forse anche di più.
Mi chiedo allora, “Dov’ero io? Dov’eri tu?”
Amarsi piano, non perdersi mai più.
Ci ritroviamo dov’ero io, dov’eri tu.
Nelle parole non dette,
nella ragione che non si da.
Nei biglietti in fondo alle tasche.
Nei risparmi dentro una scatola.
Così tra foto ed armadi
la casa sembra scenografia.
Ritorniamo due sconosciuti.
Ritorniamo per andare via.
E credimi, non vorrei
magari nemmeno tu
che stavi gridando e non mi ero accorto prima d’ora.
Ma guardaci, siamo qui.
Infondo è avere cura.
Amarsi ancora o forse anche di più.
Mi chiedo allora, “Dov’ero io? Dov’eri tu?”
Amarsi piano, non perdersi mai più.
Ci ritroviamo dov’ero io, dov’eri tu.
E quando faceva più freddo,
dov’ero io? Dov’eri tu?
E nella metà di ogni letto,
dov’ero io? Dov’eri tu?
Dov’ero io? Dov’eri tu?
Dov’ero io? Dov’eri tu?
Vorrei portarti lontano,
fermarci all’alba come nei film
e guardarti come nessuno.
Dirti, “Amore mio, eravamo qui
e ora siamo qui”.
Amarsi ancora o forse anche di più.
Mi chiedo allora, “Dov’ero io? Dov’eri tu?”
Amarsi piano, non perdersi mai più.
Ci ritroviamo dov’ero io, dov’eri tu.
E quando faceva più freddo,
dov’ero io? Dov’eri tu?
E nella metà di ogni letto,
dov’ero io? Dov’eri tu?
Dov’ero io? Dov’eri tu?
Dov’ero io? Dov’eri tu?