Che bambola!
Mi trovavo per la strada circa all'una e trentatrè
l'altra notte, mentre uscivo dal mio solito caffè,
quando incrocio un bel mammifero modello centotrè…
Che bambola!
Riempiva un bel vestito di magnifico lamè,
era un cumulo di curve come al mondo non ce n'è.
Che spettacolo le gambe! Un portento, credi a me.
Che bambola!
«Hey, hey, hey – le grido – piccola!
Dai, dai, dai, non far la stupida!
Sai, sai, sai, io son volubile.
Se non mi baci subito, tu perdi un'occasion!»
Lei si volta, poi mi squadra
come fossi uno straccion,
poi si mette bene in guardia
come Rocky, il gran campion.
Finta il destro e di sinistro
lei mi incolla ad un lampion.
Che sventola!
Lei, lei, lei, spaventatissima,
lì per lì, diventa pallida,
poi, poi, poi, allarmatissima,
m'abbraccia per sorreggermi,
le faccio compassion.
Sai com'è, ci penso sopra, poi decido che mi va.
Faccio ancora lo svenuto, quella abbozza e sai che fa?
Implorandomi e piangendo un bel bacio lei mi dà.
Che bambola!