Meglio del cinema
Mentre tu sei lì a struccarti
io non riesco a addormentarmi,
non dovresti preoccuparti,
tanto resti sempre meglio di me.
La più bella che c’è.
Mi cade il vino sulla coscia,
vedo le macchie di Rorschach.1
Piango mentre siamo in doccia, ehi.
Cosa hai capito di me?
Per la seduta con te?
Come campano i piccioni in Duomo:
hanno cibo in cambio di una foto, ma che male c’è?2
È capitato anche a me.
Facciamoci questo ballo che forse è l’ultimo tango.
Mettiti il vestito bianco e le Converse piene di fango.
Rispondo a quegli stronzi che ti scrivono,
e ho fatto qualche figuraccia.
E qualche volta piango e tutti ridono,
ma tu mi levi i fari dalla faccia.
Giuro, mi fai venire voglia di futuro.
Dimmi com’è che fai.
Mi lasci vincere e poi vuoi la rivincita.
E litigare con te è meglio del cinema.
Sto cercando amici nuovi del tipo pochi ma buoni;
al momento siamo in numero dispari minore di tre,
che poi vuol dire me.
Scusa le parole forti e se ho scomodato i morti3
mi prendo tutti i torti.
Scusa, ma ero fuori di me. (È pazzo, sì)
E pazzo di te.
In mezzo ai pacchi del trasloco con l’appartamento vuoto,
metti i piedi su una foto, la guardi e ti ricordi di me.
Ti ricordi di me.
Perché non prendi il volo dopo, che almeno stasera ceni?
Scendo a fare la spesa, elencami i tuoi allergeni.
Rispondo a quegli stronzi che ti scrivono,
e ho fatto qualche figuraccia.
E qualche volta piango e tutti ridono,
ma tu mi levi i fari dalla faccia.
Giuro, mi fai venire voglia di futuro.
Dimmi com’è che fai.
Mi lasci vincere e poi vuoi la rivincita.
E litigare con te è meglio del cinema.
Anche col trucco io ti riconosco,
e tu ci ridi su; è meglio che vomitare.
Svegliami e manda a letto il mostro,
che non è poi così lontano il mare.
Giuro, mi fai venire voglia di futuro.
Dimmi com’è che fai.
Mi lasci vincere e poi vuoi la rivincita.
E litigare con te è meglio del cinema.